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Carte

25 anni di lotta contro la violenza

27 marzo 2006 – Il SEV consegna al segretario generale del DATEC, Hans Werder, una petizione contro la «violenza nei trasporti pubblici» con circa 10 000 firme. Un momento importante con la legge del 2007 che sancisce il perseguimento d'ufficio in caso di aggressione (oggi nell'articolo 59 della LTV).

Nel 2000, i pionieri del Gatu hanno lottato affinché le imprese di trasporto pubblico si impegnassero a proteggere il proprio personale in caso di aggressione. Come? Attraverso una Carta e affinché i reati fossero perseguiti d'ufficio. 25 anni dopo, una nuova Carta che integra l'articolo 59 LTV ribadisce che la sicurezza del personale è una priorità. Piccolo promemoria.

Quanta strada abbiamo percorso in questi 25 anni, anche se c'è ancora molto da fare! È questa la conclusione che si può trarre osservando ciò che è successo dalle prime mobilitazioni fino ad oggi per migliorare la sicurezza del personale dei trasporti pubblici (TP) di fronte alle aggressioni.

Nel 1999, il Gruppo autonomo dei trasporti urbani (GATU) aveva organizzato a Losanna un forum sul tema delle aggressioni. Vi avevano partecipato rappresentanti della polizia, della giustizia e sindacalisti dei trasporti pubblici di Montpellier che dovevano affrontare gravi problemi di inciviltà e violenza. Durante i dibattiti è nata l'idea di redigere una carta d'impegno per migliorare la sicurezza nei trasporti pubblici. Nella nostra prossima edizione torneremo sulla creazione della Carta con i pionieri del GATU, tra cui Johan Pain, considerato come il suo «padre spirituale».

La Carta del 2000

Ricordiamo che il testo impegna le direzioni e le sezioni sindacali delle imprese di trasporto che lo sottoscrivono a fare tutto il possibile per «ridurre i rischi di violenza e aggressione, diminuire il senso di insicurezza tra la clientela e il personale e garantire tutto il sostegno necessario alle eventuali vittime di aggressioni». Tutti si impegnano a costituire un gruppo paritetico per osservare i casi di aggressività e violenza, analizzarli e formulare proposte alle rispettive direzioni. E a incontrarsi almeno una volta all'anno per fare il punto della situazione. È il 16 novembre 2000 a Friburgo che le prime imprese e sezioni sindacali hanno firmato la Carta. Sostenuti dai conducenti di autobus urbani della Svizzera romanda, i primi sei firmatari erano logicamente le principali ITC romande. Nel 2002 il numero dei firmatari è lievitato fino a raggiungere quota 50, tra cui numerose ITC della Svizzera tedesca – come Berna e Zurigo – e del Ticino. Anche aziende ferroviarie come le FFS, la BLS o la SOB nel 2002, seguite da compagnie di navigazione come la CGN nel 2005, hanno aderito al movimento.

Reati perseguiti d’ufficio

Alla fine del testo della Carta del 2000 figura questa importante frase: «I firmatari si impegnano a condurre una riflessione avente come obiettivo principale quello di modificare la legislazione (coinvolgendo le autorità pubbliche) per rafforzare il rispetto dell'integrità morale e fisica del personale dei trasporti pubblici». L'idea era quella di introdurre nella legislazione svizzera un articolo che facilitasse la condanna degli autori di atti di aggressione nei confronti del personale dei trasporti pubblici introducendo il principio dei reati perseguiti d'ufficio.

La direzione del SEV propone il nome del consigliere nazionale friburghese Erwin Jutzet, all'epoca avvocato consulente del SEV su mandato. Quest'ultimo ha presentato una mozione al Parlamento chiedendo che gli autori di aggressioni fisiche o verbali nei confronti del personale dei trasporti pubblici fossero perseguiti d'ufficio. La battaglia politico-sindacale è stata lunga e aspra. Il deposito di una petizione con quasi 10'000 firme il 27 marzo 2006 presso il Dipartimento federale dei trasporti (DATEC) ha lasciato il segno. La legge sul trasporto di viaggiatori (LTV) è entrata in vigore il 16 aprile 2007 con l'articolo 58 che riprendeva l'idea del perseguimento d'ufficio richiesta dalla mozione. Il 20 marzo 2009, l'articolo 58 è diventato l'articolo 59 LTV come lo conosciamo oggi. Questo articolo precisa esplicitamente che l'articolo 285 del Codice penale, che riguarda i funzionari pubblici, si applica anche al personale dei trasporti pubblici. Alcuni parlamentari avevano infatti avanzato questo argomento per respingere la mozione.

Quale applicazione?

Con questo articolo 59 LTV, il cambiamento è radicale. Il/la dipendente dei trasporti pubblici aggredito/a non ha più bisogno di sporgere denuncia personalmente. Non appena l'aggressione è stata commessa, è sufficiente segnalarla al giudice istruttore del distretto in cui è stata commessa e la macchina giudiziaria si mette in moto. Il sindacato, l' impresa o un utente sono autorizzati a denunciare l'aggressione. Ma ben presto è sorta una domanda: questa legge viene realmente applicata? Alcune imprese firmatarie della carta non sporgono denuncia d'ufficio, in particolare in caso di aggressione verbale. Il 28 agosto scorso, in una lettera congiunta indirizzata ai 26 ministeri pubblici cantonali, il SEV e l'UTP hanno inoltre sottolineato che l'applicazione della legge varia troppo da un cantone all'altro a causa dell'incertezza o della scarsa conoscenza.

Nuova Carta

Per tutti questi motivi, e soprattutto perché la Carta del 2000 è precedente all'articolo 59 LTV, è sembrato importante aggiornare il testo, farlo firmare nuovamente e organizzare una giornata per concordare le migliori pratiche e commemorare i 25 anni della Carta. Un evento che si terrà il prossimo 25 novembre presso il Centro conferenze UNIA a Berna.

La nuova Carta che verrà firmata dalle imprese di trasporto pubblico precisa nel preambolo il quadro giuridico e l'articolo 59 LTV. Declinata anche in base ai criteri di genere, indica chiaramente che integra la violenza contro le donne. I termini violenza e aggressione sono meglio definiti. Viene precisata la frequenza delle riunioni del gruppo paritetico: almeno una volta all'anno. Viene precisata l'idea che le direzioni si impegnino «a denunciare sistematicamente alle autorità le infrazioni perseguibili d'ufficio ai sensi della LTV», comprese quindi le aggressioni verbali. Si ricorda l'importanza di contattare le autorità giudiziarie per garantire un migliore rispetto dell'articolo 59. Viene precisata l'idea di un incontro ogni quattro anni di tutti i firmatari per fare il punto della situazione. Che il 25 novembre sia dunque un passo importante per la sicurezza delle nostre colleghe e dei nostri colleghi.

Yves Sancey