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Articolo 59 LTV

Aggressione perseguita d’ufficio, come funziona?

La legge prevede che qualsiasi aggressione fisica o verbale commessa nei confronti del personale dei trasporti pubblici sia perseguita d’ufficio dalle autorità. Questo carattere automatico evita alla vittima dell’aggressione di sporgere denuncia a proprio nome, se non lo desidera. Tuttavia, è necessario compiere alcune formalità. Vediamo insieme quali sono.

A seguito di una lunga battaglia sindacale e parlamentare, il personale dei trasporti pubblici (TP) – addetto alla guida, al controllo, alla biglietteria o all’intervento sulla rete – vittima di aggressioni fisiche o verbali, non è tenuto a sporgere denuncia personalmente. Il datore di lavoro ha il dovere di segnalare il reato alle autorità penali (il pubblico ministero o la polizia, a seconda dei casi), che procederanno d’ufficio senza che la vittima abbia presentato denuncia. Questa protezione è molto importante, soprattutto in un momento in cui si è più vulnerabili.

L’articolo 59 della legge sul trasporto di viaggiatori (LTV) lo dice chiaramente: «I reati previsti dal Codice penale sono perseguiti d’ufficio se sono commessi contro le persone durante il loro servizio per gli impiegati delle imprese titolari di una concessione o autorizzazione». Ciò riguarda anche il personale delle imprese subappaltatrici. Questo avviso è affisso nella maggior parte degli autobus in Svizzera (vedi foto) e dovrebbe esserlo in tutti i treni, battelli e agenzie.

Se la legge stabilisce che non spetta al personale dei trasporti pubblici sporgere denuncia, ciò non significa che, in un primo momento, la persona aggredita non debba fare nulla. Innanzitutto, l’aggressione deve essere segnalata al datore di lavoro entro 24 ore. Infatti, se l’impresa non è a conoscenza dell’aggressione, non potrà informare le autorità del perseguimento penale. Si pone la questione della denuncia sistematica delle aggressioni subite.

Diverse statistiche dimostrano che le aggressioni non vengono segnalate, o lo sono solo in minima parte, in particolare quelle verbali. Tuttavia, le aggressioni, anche se solo verbali, possono minare l’integrità di una persona, la sua autostima e avere conseguenze sul suo benessere psicofisico. È importante non sottovalutarne l’impatto e non ignorarle. Queste sono trattate come reati nel codice penale, in diversi articoli, come la diffamazione, la calunnia, le ingiurie e le minacce.

Il SEV incoraggia quindi il personale a segnalare sistematicamente queste aggressioni, anche se a prima vista potrebbero sembrare insignificanti. Ciò consentirà anche di renderne visibile il numero e la reale portata.

La maggior parte delle imprese di trasporto pubblico ha definito una procedura e predisposto un modulo che la persona interessata deve compilare e firmare. L’impresa – in genere il superiore gerarchico o l’ufficio giuridico – deve accompagnare la persona interessata nelle pratiche.

A volte il modulo da compilare è lungo e complicato, soprattutto quando si è stati sconvolti dall’aggressione. Le imprese dovrebbero garantire che questa procedura sia il più semplice possibile. Una volta compilato il modulo, l’ impresa deve avviare una denuncia d’ufficio. Alcune imprese o alcuni superiori gerarchici mettono tuttavia in discussione la pertinenza di una denuncia d’ufficio o favoriscono l’alternativa della denuncia personale. Ciò non dovrebbe avvenire. Se si presentano tali ostacoli, è necessario segnalarlo al SEV affinché ricordi all’impresa i suoi doveri legali.

Dopo avervi fatto compilare il formulario, l’impresa deve denunciare l’aggressione e trasmettere il rapporto alle autorità penali competenti, che saranno tenute, conformemente all’art. 59 LTV, ad avviare un’indagine e, se del caso, a perseguire l’autore o gli autori di tali reati. Se il collega o la collega deve rendere una deposizione alla polizia per accertare i fatti, il superiore gerarchico o il giurista dell’azienda lo accompagnerà in queste procedure e poi in tribunale se sarà chiamato a testimoniare. Se l’azienda non lo fa, informate immediatamente il SEV

Lo scopo della campagna di sensibilizzazione del SEV di quest’anno contro le aggressioni al personale dei trasporti pubblici è proprio quello di ricordare che i nostri colleghi e le nostre colleghe hanno dei diritti, ma che anche le imprese, la polizia e la giustizia hanno degli obblighi nel trattare tali infrazioni perseguite d’ufficio. Da parte loro, il più delle volte non si tratta di malafede, ma piuttosto di una scarsa conoscenza dell’articolo 59 LTV, che porta ad applicazioni molto diverse a seconda dei Cantoni. Informare per uniformare le pratiche è uno degli obiettivi del rinnovo della firma della Carta per una maggiore sicurezza nel trasporto pubblico, di cui celebreremo il 25° anniversario il 25 novembre 2025.

Yves Sancey