Congresso SEV 2025
Politica dei trasporti: Domande a Simon Burgunder
Simon Burgunder è coordinatore politico del SEV. A lui abbiamo chiesto in che misura la politica dei trasporti sarà oggetto di discussione al Congresso e quali scelte dovrà fare il nostro Paese in quest’ambito.

A quali punti dell’ordine del giorno il Congresso 2025 si occuperà di politica dei trasporti?
Simon Burgunder: Di politica dei trasporti si parlerà in ogni caso con l’intervento del Consigliere federale Albert Rösti e poi ancora nel successivo dibattito su questioni attuali di politica dei trasporti con la direttrice dell’UFT Christa Hostettler, il presidente della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Nazionale, Philipp Kutter e Ursula Zybach, presidente della sottocommissione della Commissione finanze, pure del Consiglio nazionale, responsabile dei trasporti pubblici (TP). Vi parteciperanno inoltre Brenda Tuosto, municipale di Yverdon e vicepresidente dell’organizzazione di lobbying Ouestrail, l’esperto di trasporti e presidente della sezione Ticino VCS/ATA Bruno Storni, ma anche – non dimentichiamolo – il nostro Matthias Hartwich. Avremo di certo un podio interessante con personalità molto competenti. Mi aspetto uno scambio di idee stimolante, variato e divertente.
Al Congresso verrà tra l’altro presentato e reso pubblico il testo di orientamento sulla politica dei trasporti. Sempre in quest’ambito vi sono poi diverse proposte congressuali ancora pendenti su temi quali la redditività minima delle linee del Traffico regionale viaggiatori (TRV) o su come sia possibile contrastare con misure di natura politica la mancanza di personale nel ramo dei trasporti pubblici.
Di politica dei trasporti in senso lato si parlerà anche nel testo di orientamento sulla digitalizzazione e l’automazione e nel dibattito previsto sulle aggressioni contro il personale.
Come si differenzia il nuovo testo di orientamento sulla politica dei trasporti da quello dell’ultimo congresso di ottobre 2022?
Riguardo ai contenuti, l’attenzione è posta in maggior misura sulla parità, cui è dedicato un capitolo a sé. Vi sono inoltre nuovi capitoli sui temi attuali della gratuità dei TP, i TP attivi sulle 24 ore e le relazioni bilaterali con l’Europa. Per il resto le modifiche sono piuttosto di natura formale e linguistica. Il testo è suddiviso in quattro settori: i TP come parte del cambiamento climatico, i TP quale servizio pubblico, «I TP richiedono buone condizioni di lavoro» e i collegamenti con l’Europa. Ora le nostre posizioni sono formulate con un linguaggio più chiaro, conciso e puntuale.
Noi tuttavia manteniamo le nostre convinzioni di fondo: occorre un finanziamento durevole e sufficiente, non vogliamo né i bandi di concorso né la concorrenza e i TP sono sinonimo di mobilità sostenibile ed ecologica. Su queste basi non è cambiato niente.
Quali sono le decisioni più importanti di politica dei trasporti che attendono la Svizzera?
Al momento si tratta di scongiurare gli attacchi di politica finanziaria ai danni dei TP. Le parole chiave sono: il credito d’impegno TRV 2026 – 2028, le misure di sgravio 2027 e il progetto «Trasporti ’45»; tre oggetti che arriveranno in Parlamento ancora quest’anno o sicuramente a inizio 2026.
Il SEV richiede un finanziamento sufficiente del TRV. Per questo nella nostra risposta alla procedura di consultazione insistiamo su un aumento di 350 milioni del credito d’impegno. Per noi è chiaro che non vi è margine per ulteriori incrementi dell’efficienza. Se si tagliano le risorse per il TRV, sarà necessario o ridurre l’offerta o risparmiare sul personale. Il SEV si oppone fermamente ad entrambe le ipotesi.
Nel pacchetto di sgravi dal 2027 sono previsti ulteriori risparmi nel TRV con, ad esempio, un’altra riduzione del 5 percento degli indennizzi. Si vogliono poi nuovamente stralciare gli incentivi a tempo determinato per il traffico viaggiatori internazionale con il treno e l’adozione di sistemi di propulsione ecologici per autobus e battelli. Parimenti, dovrebbero calare anche i versamenti ai fondi per l’infrastruttura ferroviaria, le autostrade e il traffico d’agglomerato. Ma così si mette a rischio il potenziamento dei trasporti pubblici.
Sicuramente importante è anche l’evoluzione nel traffico merci su rotaia. In che modo si vuole promuovere esattamente il trasporto di merci su ferro e le vie d’acqua? O come si proseguirà la politica di trasferimento del traffico dopo l’inattesa e repentina chiusura dell’autostrada viaggiante? Come potremo rafforzare nuovamente il trasporto di merci su rotaia?
Per finire, nei prossimi anni dovremo anche affrontare la questione Europa. Qui bisognerà vedere che cosa è stato effettivamente negoziato nei particolari e in che modo si riuscirà, nei colloqui con l’UFT, ad adottare misure a tutela delle condizioni di lavoro in Svizzera.
Altri temi importanti di politica dei trasporti nell’ottica del SEV?
Dobbiamo restare vigili sulla riforma in atto del traffico regionale viaggiatori. In che modo l’adozione di un benchmarking nazionale e l’adozione di intese sugli obiettivi si rifletteranno sull’offerta di trasporti ordinata?
Domande: Markus Fischer