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FFS Cargo nella Svizzera meridionale e occidentale

Trasporto merci: Il Ticino si mobilita

In seguito alle decisioni annunciate negli scorsi mesi riguardo all’abbandono dei due terminal intermodali ticinesi di Cadenazzo e Lugano Vedeggio (oltre ad altri sei nel resto della Svizzera), nonché della chiusura anticipata dell’autostrada viaggiante (Rola), il Ticino ha deciso di mobilitarsi per dire no alla perdita di 40 impieghi qualificati e al ritorno di migliaia di camion sulle strade del Cantone. È stato quindi costituito un Comitato «contro lo smantellamento di FFS Cargo in Ticino». Il 29 agosto è prevista una manifestazione a Mendrisio alle ore 18.

Ecco il programma della manifestazione. Non è solo il progetto «G-enesis» a causare attualmente grattacapi (vedi anche l'articolo "Il SEV continua a lottare contro «G-enesis»"). Il fatto che le FFS si stiano ritirando in larga misura dal traffico combinato all’interno della Svizzera e la decisione di porre fine anticipatamente alla Rola suscitano nuovi timori: ciò rischia di far tornare i camion sulle strade, e questo contraddice la volontà popolare, espressa più volte, di trasferire il traffico merci transalpino sulla rotaia.

Decisioni che toccano sì tutta la Svizzera, ma il Ticino ne è colpito in modo particolare, con la perdita di posti di lavoro qualificati e il rischio di aumento del traffico pesante sull’asse stradale del San Gottardo, dato dalla chiusura dei terminal e della Rola.

Una situazione che ha spinto la popolazione ticinese a mobilitarsi. A inizio estate è stato infatti costituito il Comitato contro lo smantellamento di FFS Cargo, del quale fanno parte, oltre al SEV, politici attivi a livello comunale, cantonale e federale e diverse sigle sindacali (oltre a quelle firmatarie del CCL FFS), ProAlps e altre associazioni. Comitato che ha lanciato l’appello: «No allo smantellamento di FFS Cargo in Ticino: difendiamo il lavoro, l’ambiente e la volontà popolare» che potete trovare e firmare qui.

«Il SEV sostiene i colleghi di FFS Cargo sul posto», spiega Thomas Giedemann, segretario sindacale responsabile del SEV. «Inoltre, ci siamo rivolti alla politica e alle autorità. Abbiamo invitato i comuni a scrivere al consigliere federale Albert Rösti per ottenere un ripensamento della politica in materia di trasporto merci e della relativa attuazione da parte di FFS Cargo. Molti comuni hanno seguito questo appello. Alla fine di giugno si è inoltre tenuto un incontro con il Consiglio di Stato ticinese, durante il quale abbiamo constatato che le FFS comunicano in modo insufficiente nella regione e nei confronti del Consiglio di Stato». A suo avviso, la decisione di abbandonare i terminal di Lugano Vedeggio e Cadenazzo, insieme al progetto «G-enesis» e alla chiusura anticipata della Rola, ha almeno tre conseguenze importanti:

  • posti di lavoro qualificati che spariscono dal Ticino;
  • aumento di camion sull’asse del San Gottardo (già al limite, soprattutto in alcuni periodi dell’anno);
  • mancato rispetto della volontà popolare che si è espressa più volte a favore del trasferimento del traffico transalpino su rotaia (iniziativa delle Alpi, tassa traffico pesante e Alptransit).

Thomas Giedemann teme che l’attuale politica possa ritardare di anni la strategia di trasferimento.

Le FFS il 25 agosto, in una conferenza stampa a Bellinzona, hanno rassicurato dicendo che sono pronte ad assumersi «La propria responsabilità sociale in veste di datore lavoro e mantengono fede alla parola data: ai circa 40 collaboratori e collaboratrici interessati sarà offerta una soluzione in Ticino, in conformità con il contratto collettivo di lavoro. Per due terzi è già stata trovata una soluzione: si trasferiranno nelle divisioni FFS Infrastruttura e Viaggiatori in Ticino oppure andranno in pensione. Nelle prossime settimane, ai restanti collaboratori saranno sottoposte le offerte per il passaggio all’affiliata TILO. In alternativa, le FFS offrono la possibilità di un impiego volontario temporaneo in altre regioni in cui sussiste attualmente fabbisogno».

Veronica Galster

Svizzera romanda: Dubbi sulla direzione

Sul campo, non è necessariamente un senso di preoccupazione a prevalere, ma piuttosto un forte senso di stanchezza di fronte a una situazione che non migliora e a prospettive che sono e rimangono cupe. Ci sono davvero grandi dubbi sulla direzione presa dall’ennesimo piano di ristrutturazione che non offre alcuna prospettiva. Come può una perdita di clienti tradursi in un aumento della produttività? È molto dubbio che questa sia la direzione giusta. Attualmente, nella Svizzera romanda, i turni di servizio sono piuttosto tesi. Sembrerebbe quindi più logico assumere personale piuttosto che licenziarlo, soprattutto con i pensionamenti che si profilano all’orizzonte. La situazione è più delicata per i Travor, il personale che fa da collegamento tra la pianificazione e la distribuzione delle risorse e i clienti. È stato annunciato un raggruppamento a Losanna-Triage. Si tratta di veri e propri tagli di posti di lavoro, poiché non si occuperanno più della pianificazione, ma solo della distribuzione con un nuovo contratto.

Yves Sancey