macchinisti FFS viaggiatori
Quale futuro per i depositi in Ticino?
Allarmata per la situazione che si prospetta all’orizzonte, la sezione LPV Ticino lo scorso 4 giugno ha convocato un’assemblea straordinaria, nella quale è stata votata all’unanimità una risoluzione che rivendica che anche in futuro ai depositi di Bellinzona e di Chiasso continui ad essere attribuito lo stesso volume di lavoro presente oggi, così come la richiesta di un incontro con la dirigenza condotta treni e manovra.
All’origine di ciò, quanto accaduto lo scorso 16 maggio quando la Produzione di FFS Viaggiatori, per voce del pianificatore responsabile per i depositi di Bellinzona e Chiasso, ha comunicato che le prestazioni attualmente effettuate per TILO verranno tolte. Questo è previsto che avverrà in 2 tappe: a dicembre 2025 si passerà dall’attuale 10% al 5% di prestazioni TILO, per poi toglierle del tutto a dicembre 2026.
La decisione di togliere queste prestazioni è riconducibile a decisioni prese da parte del Consiglio d’amministrazione di TILO, nel quale peraltro siedono anche rappresentanti delle FFS (essendo TILO una filiale FFS). Vien quindi da chiedersi quale sia la visione della divisione Viaggiatori per il proprio personale di locomotiva ticinese considerato che, sempre durante l’incontro del 16 maggio, è stato anche detto che entro il 2030 in Ticino 29 macchinisti passeranno al beneficio della pensione. Secondo il segretario sindacale Thomas Giedemann, ci sono vari indizi che fanno pensare che le FFS vogliano spostare volumi di lavoro a nord delle Alpi, a cominciare dal fatto che gli aspiranti macchinisti ora in formazione sono sì stati reclutati in Ticino, ma hanno ricevuto un contratto che li impegnerà ad andare a lavorare Oltralpe.
A ciò si aggiunge l’incertezza riguardo alla condotta dei treni che circolano sulla linea di montagna del San Gottardo, in quanto nel prossimo futuro giungerà a scadenza l’accordo di cooperazione tra le FFS e la SOB.
Sempre secondo Giedemann: «Il traffico passeggeri a lunga percorrenza si è fortunatamente ripreso dalla situazione di crisi prodotta dal Covid ed è ora in piena espansione. La forte domanda necessita di un numero maggiore di corse, che a loro volta necessitano di più personale e di più materiale rotabile e quindi maggiore necessità di manutenzione. Eppure le FFS non sembrano voler fare beneficiare il Ticino dei relativi volumi di lavoro. Per quanto riguarda la manutenzione, non va dimenticato che il trasloco a Castione delle Officine di Bellinzona ad oggi comporterà la perdita di 150 posti di lavoro, che saranno di fatto trasferiti Oltralpe e ora le FFS lanciano segnali poco rassicuranti pure sul settore della condotta treni. Ovvio che la sezione LPV Ticino sia in allarme e ben venga l’incontro con la dirigenza condotta treni e manovra.
Veronica Galster