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Comitato SEv

Svizzera–Europa: Salvaguardare le nostre conquiste

La risposta del SEV alla procedura di consultazione sui Bilaterali III e l’organizzazione delle nuove assemblee dei delegati sono stati temi importanti nella sesta riunione del Comitato SEV del 26 settembre.

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Il presidente del Comitato René Schnegg ha salutato i presenti e diretto la seduta, che aveva all’ordine del giorno un tema centrale: la politica europea.

«Il succo della nostra risposta ai Bilaterali III era ed è che non possiamo sacrificare il nostro collaudato sistema ferroviario sull’altare ideologico della liberalizzazione; dobbiamo tutelare il nostro sistema ben funzionante», ha spiegato il presidente del SEV Matthias Hartwich, che ha presentato la risposta alla procedura di consultazione sui nuovi accordi bilaterali tra Svizzera e UE. «Già durante i negoziati tra il nostro Paese e l’UE abbiamo richiamato i punti importanti dell’accordo sui trasporti terrestri che devono essere osservati dalla delegazione alle trattative. Sono contento che le nostre osservazioni critiche abbiano influenzato positivamente le trattative. Oggi abbiamo un risultato convincente.»

Le richieste del SEV nell’accordo con l’UE

Nella sua risposta alla consultazione il SEV ha scritto: «Consideriamo di principio positivo l’esito dei negoziati sui trasporti terrestri, nonostante l’apertura, verso la quale siamo in generale critici, del mercato nel traffico viaggiatori internazionale (TVI); in effetti siamo riusciti a salvaguardare efficacemente importanti conquiste dei TP svizzeri.» Il rispetto delle condizioni salariali e di lavoro abituali del settore quale premessa per il rilascio della concessione, la prevalenza dell’orario cadenzato nel traffico viaggiatori su rotaia interno, l’integrazione tariffale, l’ammissibilità del modello di cooperazione, la sovranità nella concessione delle tracce e, nel trasporto ferroviario regionale transfrontaliero delle persone, la possibilità di assegnare direttamente anche in futuro prestazioni su territorio svizzero, sono tutte richieste del SEV che ora sono contemplate dall’accordo. Ci fanno ben sperare che gli effetti negativi dovuti all’apertura del mercato potranno essere effettivamente compensati. Rimangono alcune criticità, ad esempio il divieto degli aiuti di Stato o la cosiddetta ripresa dinamica del diritto europeo. Questo potrebbe indurre a una maggiore competitività e concorrenza anche nel traffico interno. Nondimeno, grazie alle limitazioni della ripresa dinamica del diritto, il sistema svizzero di trasporti pubblici viene assicurato durevolmente. Nella risposta del SEV si legge ancora: «L’approccio a pacchetti sembra aver permesso di trovare soluzioni specifiche per i vari dossier. L’esito dei negoziati sul trasporto terrestre consente il mantenimento e lo sviluppo ulteriore dell’accesso al mercato a questo settore, senza che la Svizzera debba in contropartita sacrificare il suo sistema di tp. Il fatto di aver finalmente potuto chiarire e regolamentare la collaborazione tra la Svizzera e l’Agenzia ferroviaria europea (ERA), è utile per la sicurezza del diritto e della pianificazione e serve a migliorare i collegamenti ferroviari internazionali tra la Svizzera e l’UE.»

Toccherà ora al Parlamento dibattere sui Bilaterali III e decidere, prima che questi siano finalmente sottoposti al giudizio del popolo. Per Matthias Hartwich è chiaro: «Osserveremo criticamente questo processo e solo in seguito decideremo se dire Sì o No al nuovo accordo sui trasporti terrestri.» Il Comitato SEV ha approvato con voto unanime la presa di posizione del nostro sindacato.

Ma il SEV non si impegna unicamente sul dossier Europa, bensì in generale a livello internazionale. La vicepresidente del Comitato SEV Hanny Weissmüller ha riferito in merito al convegno su un lavoro dignitoso nel settore ferroviario, indetto a inizio settembre dall’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) a Ginevra. Per il SEV c’era anche Esther Weber, membro del Comitato centrale LPV, che ha fatto parte del Worker-Group, costituito da rappresentanti sindacali provenienti dal mondo intero. Essi hanno elaborato un documento congiunto che contempla punti considerati cruciali per il nostro lavoro nei trasporti pubblici, per promuovere condizioni di lavoro eque e per rafforzare la sicurezza del trasporto ferroviario. Dunque, il lavoro sindacale non si ferma alle frontiere.

Le nuove AD nelle tre regioni linguistiche

Con le neocostituite assemblee dei delegati (AD), in futuro il SEV intende superare i confini linguistici. Come noto, il Congresso non avrà più un ritmo biennale ma quadriennale e dovrebbe tenersi sempre a Berna. Dal 2026 verrà invece organizzata una AD di tutto il SEV, che dovrebbe aver luogo a rotazione in un’altra area linguistica, ossia nella Svizzera romanda, in Ticino o in un’altra località diversa dalla capitale federale nella Svizzera tedesca. La prima di esse è prevista per l’11 giugno 2026.

Per finire, il SEV ha nominato un nuovo membro quale suo rappresentante all’Assemblea dei delegati di Movendo, l’istituto di formazione dei sindacati: all’unanimità è stato designato Andreas Lüdin, neopresidente centrale della sottofederazione AS.

Michael Spahr