La liberalizzazione delle ferrovie sotto la lente
Sviluppo negativo in Svezia
Quali sono stati i risultati della liberalizzazione delle ferrovie in Svezia? La ricercatrice svedese Malin Malm ha condotto uno studio per il think tank Katalys. I risultati dimostrano che 40 anni di liberalizzazione del mercato e deregolamentazione non hanno portato alcun miglioramento. Al contrario: oggi è urgentemente necessario un riorientamento per rafforzare le ferrovie in vista delle sfide future.
Il rapporto «Market reforms at the end of the road: How we create a functioning railway for the 2030s» di Malin Malm analizza lo sviluppo del settore ferroviario in Svezia in particolare e in Europa in generale. In tutta Europa, la ferrovia è un mezzo di trasporto efficiente dal punto di vista energetico e con un’elevata capacità di trasporto di merci e persone. Svolge un ruolo centrale nella preparazione alle emergenze civili e militari, come nel caso della guerra in Ucraina, dove è stata fondamentale per le evacuazioni e il trasporto di attrezzature. Allo stesso tempo, la ferrovia richiede investimenti ingenti ed è meno flessibile rispetto ad altri mezzi di trasporto come le automobili o gli aerei. Richiede una pianificazione a lungo termine e un’infrastruttura ben sviluppata con costi adeguati.
Il rapporto inizia ripercorrendo l’evoluzione dell’organizzazione ferroviaria in Europa a partire dalla nazionalizzazione nel XX secolo, che ha favorito l’efficienza e il coordinamento. Negli anni ’80 è iniziata la deregolamentazione, guidata dalla Svezia, che nel 1988 ha introdotto la separazione tra infrastruttura e circolazione dei treni. Queste riforme sono state poi portate avanti dall’UE con quattro «pacchetti ferroviari» volti a promuovere la concorrenza e l’apertura del mercato.
Problemi legati alla liberalizzazione
Malin Malm segnala diversi problemi causati dalla liberalizzazione del mercato:
• Competitività: il trasporto ferroviario ha perso quote di mercato rispetto ad altri mezzi di trasporto come quello stradale e aereo. Nonostante gli obiettivi dell’UE di aumentare la quota del trasporto ferroviario, questa rimane stagnante o in calo.
• Socializzazione delle perdite: le linee regionali non redditizie vengono finanziate con il denaro dei contribuenti, mentre quelle redditizie vengono privatizzate. Ciò comporta una distribuzione ineguale dei costi e dei profitti.
• Condizioni di lavoro: la deregolamentazione ha portato a un peggioramento delle condizioni di lavoro del personale ferroviario, aggravando i conflitti sociali e i problemi di sicurezza.
• Nessun incentivo agli investimenti privati: il mercato è dominato da poche grandi imprese pubbliche che competono tra loro. Le imprese private non sono state particolarmente attratte.
• Indebolimento della preparazione alle situazioni di emergenza: la frammentazione del sistema complica la mobilitazione delle risorse in caso di crisi.
Esempi di successo e riorientamento
La Spagna viene citata come esempio positivo, dove gli investimenti nelle linee ad alta velocità hanno portato a una riduzione dei prezzi dei biglietti e a un aumento dei viaggi. La Spagna dispone della più grande rete ferroviaria ad alta velocità d’Europa, il che ha rafforzato la competitività delle ferrovie. Tuttavia, il rapporto sostiene che questi successi sono dovuti più agli investimenti nelle infrastrutture che alla liberalizzazione del mercato.
Nel rapporto, Malin Malm raccomanda un riorientamento della politica ferroviaria europea e propone tre priorità fondamentali:
• Dare priorità ai vantaggi pubblici: la ferrovia deve essere considerata un’infrastruttura pubblica al servizio della società. L’obiettivo principale non deve essere la concorrenza, ma la promozione dell’interesse pubblico, in particolare nel campo della preparazione alle situazioni di emergenza e della protezione del clima.
• Rafforzare la competitività europea: gli interessi dei passeggeri devono prevalere sugli interessi delle imprese ferroviarie. Le strutture monopolistiche devono essere regolamentate al fine di migliorare l’efficienza e l’accessibilità del sistema.
• Garantire buone condizioni di lavoro: condizioni di lavoro stabili ed eque a lungo termine sono fondamentali per la sicurezza e la funzionalità del sistema ferroviario. I sindacati e i contratti collettivi di lavoro dovrebbero essere rispettati al fine di ridurre i conflitti e aumentare l’attrattiva del settore.
Il rapporto giunge alla conclusione che gli orientamenti di mercato e di concorrenza adottati finora non hanno prodotto i risultati sperati. La politica ferroviaria dovrebbe invece concentrarsi maggiormente sui vantaggi pubblici, sulla cooperazione europea e sulla sostenibilità sociale. Una nuova strategia dell’UE potrebbe gettare le basi per un sistema ferroviario solido e sostenibile, in grado di affrontare le sfide degli anni 2030.
Michael Spahr